Cari familiari, i giorni si susseguono incessanti e con essi le emozioni che viviamo e che si rincorrono.
Porto nel cuore, pesante come un macigno, il ricordo di chi non c’è più. Abbiamo accompagnato alcuni residenti nel loro fine vita con la dolcezza che abbiamo potuto. I Raa e gli operatori custodiranno gli occhi di queste persone per sempre nello schermo della loro anima e nel loro cuore. Ogni morte è dolorosa. Quando amiamo non è mai l’ora. Ma queste morti sono state diverse: sono state espropriate della presenza di coloro che li amano. A qualcuno è stato possibile ascoltare la voce di un figlio/a, qualcuno è morto con la mano dell’operatore stretta tra la sue… Ma ciò che mi addolora profondamente è ciò che è accaduto alle persone inviate all’ospedale, per le quali non abbiamo mai avuto notizie: è stato difficile per noi comprendere dove fossero ricoverati e soprattutto avere informazioni sulle loro condizioni cliniche. Abbiamo appreso la notizia della loro morte con giorni di ritardo dalle famiglie stesse. Assurdo e doloroso, ma forse inevitabile. Troppa emergenza tra le corsie degli ospedali e nei corridoi delle nostre comunità.
In questo tsunami emotivo porto nel cuore anche i sorrisi degli anziani, i loro incoraggiamenti, alcune risate fatte insieme quando ci sembrava che non ci fosse un motivo per ridere, i loro sospiri a febbre passata, la fatica senza sosta del personale, qualche macchia di colore che ha iniziato a fare capolino raccontando a tutti che Pasqua è vicina, la forza di una task force che non si è mai persa d’animo. Ieri il mio cuore è esploso di gioia. Alcuni operatori in giardino con alcuni residenti annusavano, speriamo, il profumo di qualcosa che, prima o poi tornerà a posto. Abbiamo programmato le nostre presenze in questi giorni pasquali e non temete: a turno saremo sempre presenti in struttura, pronti a cavalcare nuove emergenze quando e se si presenteranno.