Ci stiamo rendendo conto che i residenti, ai quali peraltro mancate molto, hanno saputo porre in essere tantissima resilienza e capacità di comprendere, di adattarsi ai nuovi strumenti di comunicazione. I loro occhi diventano lucidi ogni volta che vi vedono attraverso lo schermo, in molti ci chiedono informazioni rispetto a cosa accade “fuori”. Vogliono sapere “come state voi”, “come si sta fuori”, “quali pericoli ci sono per noi”. Noi, qui a prenderci cura di loro ora siamo diventati un Ponte lungo quale tessere legami.
Lunedi mattina sono arrivati i Nas. Sono rimasti in istituto tutto il giorno. Era loro interesse comprendere come ci siamo comportanti prima e contestualmente all’esordio dei focolai in residenza. Abbiamo consegnato loro moltissima documentazione, consegnato cartelle sanitarie di residenti deceduti e per i quali i famigliari hanno aperto denunce, fotocopie di procedure per l’uso dei DPI, per la sanificazione degli ambienti, indicazioni date agli operatori per la cura dei residenti, consegne con indicazioni per le sanificazioni e tanto altro che potrà attestare la scrupolosità con la quale abbiamo agito.
Il mondo va avanti. Io inizio a sentire il bisogno di creare nuovi modi di stare assieme, nuove regole condivise, nuovi modi per fare riunioni e riprendere l’attività di progettualità individuale sui residenti. Dobbiamo trovare il ritmo dell’andatura per “vivere” questa Fase 2.
… e nel frattempo chiudo gli occhi, faccio un respiro e immagino il giorno in cui sarò presente alla riapertura di questi cancelli. Quel giorno vorrò gustarmi ogni emozione, perché la vita è anche questa: dall’altra parte del dolore c’è la gioia. E sono sicura che ha iniziato il suo viaggio verso tutti noi